MANIFESTO #1

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    Il post solleva questioni importanti sull'uso dell'intelligenza artificiale e sulla sua influenza sulla nostra conoscenza e comprensione del mondo.

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    ['Tiziano Catalano', 'TheUncleRemus']

  • folder_open Categoria

    ['filosofia']

Introduzione

Negli ultimi mesi, la frase "Ho chiesto anche a ChatGPT, e non si può fare" è diventata sempre più frequente. Ma cosa significa questo per noi?

L'Europa ha finalizzato l'EU AI Act, una legge che mira a regolamentare l'intelligenza artificiale. Ma cosa ci rimane in concreto?

Il tempo che passa

Certo, qualcuno potrebbe obiettare che non è poi così diverso dall'imparare a "googlare" (e diventarne dipendenti). Altri potrebbero sostenere che sia un discorso di tempi, un legame con il passato e le nostre conoscenze.

Tuttavia, dopo la prima implementazione di un semplice database vettoriale e qualche indice di similarità, ho scelto una strada diversa. All'epoca lo chiamavamo TextMining.

Non voglio entrare nel merito dell'AI o criticarne la "ragion pura". Mi chiedo piuttosto se accettiamo un significato di qualcosa fornitoci da un modello "empirico", basandoci sulla conoscenza semantica che noi stessi abbiamo scelto di dare alle cose.

Conclusioni

In conclusione, se tralasciamo la conoscenza sintattica dando spazio a sole inferenze statistiche che a loro volta prescindono da altre conoscenze semantiche (spesso interiori, spesso condizionate), ho come l'impressione che si possa entrare in un loop di "artificial ignorance".

Il punto di vista

Il post solleva questioni importanti sull'uso dell'intelligenza artificiale e sulla sua influenza sulla nostra conoscenza e comprensione del mondo.

L'autore esprime preoccupazione per la crescente dipendenza da strumenti come ChatGPT e per la potenziale perdita di capacità di pensiero critico e di analisi.

Il riferimento all'EU AI Act sottolinea la necessità di una regolamentazione dell'IA per garantire un uso responsabile e trasparente.

L'autore invita a riflettere sul significato che attribuiamo alle informazioni fornite da modelli "empirici" e sulla possibilità di cadere in un "loop di artificial ignorance" se ci affidiamo esclusivamente alla conoscenza semantica fornita da tali modelli.

Il post si conclude con una nota di scetticismo e preoccupazione per il futuro dell'IA e per la sua capacità di influenzare la nostra conoscenza e comprensione del mondo.